La vera storia di Myrrdin Wilt

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potete leggere-

sai....

 

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chiunque legga e, casualmente si ritrovi tra queste parole, a volte simili alle sue, invece di pensare subito male, realizzi che qualcuno si è ricordato e lo ha mescolato ai suoi pensieri…come dire…non sei l’unico…

 grazie, l’autore

La nascita di MW

tutto comincio in una notte buia e tempestosa, che, come spesso capita, invece di uscire e non fare danni, si sta a casa e ci si struscia uno contro l’altro…
io ero li, tranquillo, nella mia sacca testicolare, a nulla fare, sonnecchiavo…
improvvisamente un grande agitare, rumori strani, un caldo , ma un caldo!!

quando suona l’allarme penso subito: -un incendio-
e mi lancio verso l’uscita di sicurezza…
siamo in tanti, si corre, lungo quel tubicino…poi…vengo come…sputato, si sputato in una grande caverna, umida, buia…
mi arrampico e proseguo la mia strada, sento che devo fare qualcosa…ma non so cosa…
poi la luce: una specie di sfera, molle, me la trovo davanti all’improvviso, non riesco a fermarmi e spaff! attraverso quella parete sottile: sono dentro una specie di gel…
mi viene sonno, tanto…e devo riposare…

 

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Popolo Della Notte

 

 

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(foto M.A.V.)

Myrrdin Wilt, 2007

Siamo noi, siamo il popolo della notte, perché tenebra siamo…

Ci muoviamo al calar del sole, quando il resto del mondo abbandona la strada, noi si comincia il lento peregrinare dell’anima, alla ricerca di quella serenità, di quella gioia di vivere che altrove non sappiamo trovare.

Qui, vestiti del buio della notte, respirando l’aroma delle stelle, illuminati dai raggi della luna, qui, si muovono i passi incerti di chi, più solo di quanto non sappia, trova la via alla luce.

Non parlo di mostri, lupi o vampiri, parlo di un cerchio di Persone, di una filosofia di vita, a volte nata per necessità…

Dolore, vergogna, fuga, insicurezza…certezza!

La certezza di trovare i propri simili;

forte di questo, il popolo della notte allunga il suo pensiero verso quell’ universo di emozioni che solo lui può dare e raccogliere, che solo lui può intercettare, condividere, scambiare, assimilare.

In quanti ci troviamo…

Quante volte ci siamo trovati…

Forse questa misteriosa atmosfera che ci istiga alla tenerezza più intima, forse questo buio che ci protegge, che nasconde le nostre imperfezioni, forse il fresco del respiro ci porta a trovare un mondo diverso, che non fa paura: so che ci sei!

vuotare una grossa coppa di nero sonno…in un fiato, sino all’ultima goccia…

Qui, nascosto nella ombra del silenzio, dove lo specchio non riflette la tua contorta immagine, trovi la forza di fare il passo decisivo: ma per ricominciare, devi farlo da dove hai lasciato….

Il tempo è quello giusto…

È questo il motivo per cui sei qui?

Si.

In questa città, notturna, non tetra: buia; non nemica: compagna, mi nutro del silenzio che mi resta, mi nutro della pace che lascia a coloro che vi si avventurano:

siamo tenebra, non la temiamo, la viviamo, la trasformiamo in luce per coloro che arriveranno dopo.

Non avere timore…il popolo delle tenebre protegge la notte dagli incubi, protegge i sogni dal freddo, e….

Volge lo sguardo al firmamento;

le tue Stelle ci sono sempre…e sempre saranno…

…il popolo della notte continua il suo cammino;
le stelle, lo guideranno verso lidi sconosciuti
e tenebrosi.
lui, come Prometeo,
porta la luce alle menti
oscurate
dei mortali…

la, dove l’anima più ardita trema,
nel buio, dove anche i più coraggiosi
tremano,
il popolo della notte troverà la sua pace
e finalmente potrà
staccarsi dal suo spirito
e vivere


 

Io Sono…

Io sono la piaga e il coltello! Io sono lo schiaffo e la guancia!

Io sono le membra e la ruota, e la vittima e il boia!

Io sono del mio cuore il Vampiro.

io frusto la notte con lo sguardo
mentre vago alla tenue luce delle stelle
nella incessante ricerca del mio cibo

non è sangue quel che cerco
non è vita altrui che mi manca

ogni anfratto esplorato
ogni buco visitato
ogni penombra illuminata
ogni angolo spezzato

nulla

il buio mi circonda
e spesso mi protegge
ho fatto del reietto
il mio mondo privato

ogni notte esco disperato
ogni notte mi trattiene
tra le sue dita muovo
gli unici passi della mia vita

son pochi illuminati
son pochi che han capito
si mostrano a fiducia
sapendo la mia pena

chi
potrebbe tanto
da placare questa sete

tu, sei la sete,
e ciò che
deve spegnerla…

…è te che cerco da una vita…
se vagare si può dire vita…

Myrrdin Wilt- sett 2008

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San Giorgio

Myrrdin Wilt, 2008

C’è grande festa al villaggio: i due amanti ne approfittano e si allontanano.

Cominciano la loro vita, da soli, lottando, giornalmente, con la terra e il vento…

Eppure, sempre con il sorriso che illumina i loro volti,

dissodano, arano, seminano, innaffiano il loro campo, che comincia a crescere e dare frutti.

La fatica li tempra, e li unisce.

Ma anche la fatica annoia, e lentamente c’è chi si crede più stanco e si siede,

all’ombra del sicomoro, come per aspettare.

Il riverbero della luce attorno, emanato anche dagli occhi dell’amata,

lo acceca…e non vede l’essenziale.

Il vento secca il campo.

Come spesso accade nelle storie più belle, dove c’è siccità,

c’è chi la procura.

Si stava avvicinando alla vita semplice degli umani, un Drago.

Tutti subito pensano a una imponente figura alata, con denti affilati e ali che oscurano il sole, e squame morbide e vellutate che ti invitano….

…togli imponente…

Quello che, invero, mai l’uomo ha capito è la funzione del Drago, il suo vagare sulla Terra

Dove lo porta.

E perché.

Per esempio, abbiamo Gwynet, Dragonessa azzurra, donatrice del Soffio della Vita;

ogni qualvolta un cucciolo di umano appare alla luce. Lei, silenziosa, nascosta nell’anima

della levatrice, emana un respiro in gola all’ infante: il Soffio della Vita. E l’infante, da buon neonato, grida al mondo la sua entrata.

Ma non è di Gwynet che raccontiamo…Lonehearth: colui che pone il desiderio di solitudine al cuore dell’uomo.

Togli imponente, abbiamo detto: ma il resto rimane.

Oscurando il sole, entrandoti nella mente con le sue ali, Lonehearth offusca la tua vista, distraendoti da quello che è sempre stato il tuo mondo.

E tu, inconsapevole, cominci a vacillare…

Lentamente i suoi denti rodono il cuore, distaccandolo dagli altri.

Lentamente, ti lasci avvolgere dalle sue squame, trasformate in piume.

Troppo tardi ti accorgi delle ferite.

Dove c’è un Drago, non può mancare un cacciatore di Draghi:

lancia in resta, lama in cristallo affilato, rossa come il sangue delle sue vittime, San Giorgio, fa il suo ingresso al villaggio, una giornata qualunque, durante un tedio generale qualunque.

Sul momento nessuno lo nota, ma poi, la sua sagacia, lo porta, volente o nolente, in cima alla collina, a raccontare delle sue prodezze.

Alcuni dicono anche che è di animo buono.

La contadina giovane, più che altri, sembra affascinata dalle sue storie, al punto da farsi portare in braccio pur di sentirle tutte.

E lui la accontenta, beandosi del suo sorriso, immergendosi nel lago stupendo dei suoi occhi…

E dentro quel lago, riscopre una emozione che non ricordava di aver vissuto…

Riscopre l’esistenza del Sentimento…

Proprio mentre nuota in quella meraviglia, nota un’ombra, un’ombra pesante.

La sua esperienza sa di cosa si tratta, e non si tira indietro: a costa della vita, salverà l’amata pulzella.

Son giorni di lotta per entrambi: Lonehearth sa che è a un passo dalla vittoria, sa che gli basta poco: deve solo morire la fiducia in se stessi, ed il giuoco è fatto…

Il cavaliere resta solo, in disparte: è una battaglia strana…dove non viene ferito il Drago….

Ma come tutte le belle storie, anche questa ha il suo lieto fine:

Lonehearth trova un terreno ostile, si trova a lottare contro la Tenacia, sua acerrima nemica, deve fare i conti con la Certezza, che spesso lo ha dissolto!

E finalmente, con un affondo preciso, al cuore del Drago, questi si allontana, mesto, sconfitto nella sua terribile intenzione.

Si volta indietro, gli amanti son felicemente abbracciati.

Allarga le ali, e spicca il volo, con un sorriso malizioso che gli ingentilisce le fauci…

Sparisce, nel buio del cielo azzurro, quasi contento di non esser riuscito.

Il suo ultimo sguardo… “già lo sapevi, vero?”“si…”

 

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17 risposte a La vera storia di Myrrdin Wilt

  1. Lucy ha detto:

    bellissimo blog

  2. Marcy Marcella ha detto:

    wow fantastico e la prima volta che entro qui mi chiamo marcy…

  3. alessandro ha detto:

    Ciao myrr sono greatale come ti va la vitaccia ?
    È sempre bello leggere quello che posti
    E col clan come va sono brave persone?

  4. Pretty Molly ha detto:

    mmmmmmmm……

  5. Anna Traverso ha detto:

    …oggi avevo un po’ di tempo e ho deciso di rileggermi tutto…con occhi e spirito diversi da allora…è sempre bello quello che scrivi…

  6. Marisol ha detto:

    bel blog complimenti.

  7. grazie del suggerimento mettero in fila alla moltidune di libri che leggo e che leggerò!!
    ciao alla prossima

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